Da più di 20 anni cittadini immigrati provenienti da diversi paesi scelgono la lingua italiana come mezzo espressivo di scrittura: che alcuni facciano riferimento ai grandi classici studiando il canone della letteratura italiana, mentre altri preferiscono attingere direttamente alla lingua delle piazze e della strada, fa poca differenza. Quello che conta e che fa riflettere è che il fenomeno della cosiddetta letteratura migrante è una realtà più che radicata in Italia e presenta molteplici aspetti e sfaccettature. Questi i temi affrontati da Tahar Lamri, scrittore di origine algerina, in occasione del nono incontro organizzato nell’ambito della rassegna letteraria interculturale “Accenti Diversi”. Lamri è stato uno dei primi scrittori migranti a usare la lingua italiana per le proprie opere. In Italia dal 1986, ha pubblicato il suo primo racconto nel 1996.