“Ricordo dei bellissimi momenti di quando ero ancora in Bosnia e nel campo profughi noi ragazzini giocavamo a fare la guerra con gli altri campi profughi”…termina qui, con un toccante e intenso monologo la terza ed ultima parte della giornata trascorsa con Nihad Idriz, giovane “bosniaco fanese”, che abbiamo avuto l’onore e la fortuna di seguire per un’intera giornata nel suo Caffè Darderi, che gestisce insieme a suo fratello Alden.
Nihad ci ha accompagnato in un viaggio a ritroso nel tempo facendoci rivivere gli orrori di ciò che accadde in Bosnia negli anni ’90, raccontando con disarmante semplicità ed ironia il percorso d’integrazione che ha dovuto compiere quando, a soli 14 anni, a causa della guerra fratricida che stava dilaniando il suo paese, è dovuto scappare…aggiungerei suo malgrado, arrivare in Italia, confrontarsi con una nuova lingua, nuovi compagni, una nuova famiglia, una nuova cultura ; un cammino obbligato che come lui in tanti anche oggi devono percorrere, in fuga da una guerra terribile ed inspiegabile.
Sono tanti i Nihad che ogni giorno incontriamo: sorridenti, gentili, disponibili…un bagaglio pesante alle spalle.
Se hai perso le puntate precedenti…