
Sono trascorsi nove mesi dal 3 ottobre 2013, il giorno in cui 366 persone morirono accanto a Lampedusa, ad un passo dalla meta tanto ambita e mai raggiunta. Oggi sono stati trovati i primi colpevoli di quella strage: la polizia ha arrestato 5 persone – altre quattro sono irraggiungibili, all’estero, ed ha emesso altri 5 avvisi di garanzia contro un’organizzazione di trafficanti di esseri umani responsabile, tra l’altro, di quel viaggio.
Si è parlato di un ”pericoloso sodalizio malavitoso transnazionale, composto da soggetti eritrei, etiopi e sudanesi, che ha favorito, traendone ingenti profitti economici, l’immigrazione illegale di diverse centinaia di connazionali”. A coordinare le indagini le Squadre mobili di Palermo ed Agrigento supervisionati dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato: quest’ultime, avviate dopo la strage di Lampedusa, hanno consentito di ricostruire le rotte e le tappe intermedie, caratterizzate spesso da stupri di massa e segregazioni, di quello e di numerosi altri terribili viaggi compiuti da centinaia di immigrati, spinti e sfruttati durante le loro peregrinazioni, dai componenti di un pericoloso network internazionale, composto da eritrei, etiopi e sudanesi, i cui principali esponenti sono anch’essi destinatari del provvedimento restrittivo.