
Ieri, 1 febbraio, a Madrid più di 300 associazioni, insieme a diecimila manifestanti, si sono unite in piazza per promuovere una grande mobilitazione contro l’annunciata intenzione del governo di restringere radicalmente il diritto di aborto: secondo il nuovo disegno di legge infatti, promosso dal primo ministro Rajoy del Partito popolare, l’interruzione di gravidanza sarà ammessa solo in caso di violenza sessuale o in presenza di rischi per la salute del nascituro: anche nei casi di malformazione, l’aborto è consentito solo se questa è incompatibile con la vita.
Il progetto governativo ha trovato il consenso dei settori più conservatori della chiesa cattolica e della destra politica, ma ha da subito sollevato grandi polemiche e suscitato lo sdegno di molte donne: la riforma deve ancora essere approvata in Parlamento, dove il Partito Popolare ha un’ampia maggioranza.
In segno di solidarietà con le manifestanti spagnole, sit-in di protesta e ‘flash mob’ si sono svolti anche in molte città europee, da Londra a Bruxelles, da Amsterdam a Parigi, a Milano, Roma o Firenze, davanti ambasciate e consolati spagnoli, con un denominatore comune: il rifiuto della ‘controriforma’ spagnola considerata uno sfregio ai diritti delle donne.
FONTE: Ansamed