La migrazione non è solo un avvenimento sociologico, ma anche un’esperienza psicologica di grande importanza, potenzialmente traumatica per l’individuo.
La migrazione comporta infatti un’interruzione del rapporto di continuo scambio e rafforzamento reciproco tra cultura esterna e cultura interna, impedendo quella forma di rispecchiamento ed identificazione che permette all’individuo di mantenere viva la capacità di orientarsi nel mondo e di dare senso all’esperienza. Ma quando è possibile parlare di vero e proprio trauma migratorio e come riconoscerne i sintomi?
Ad approfondire questo interessante aspetto, purtroppo oggigiorno poco considerato, la dott.ssa Nicoletta Mengoni, psicologa e psicoterapeuta. E-mail: n.mengoni@libero.it
condividi su: