
Dalla difficoltà dell’incontro nasce la risorsa della diversità. Affrontando quelle che sono le nostre prospettive future ci stiamo dirigendo verso un mondo dove ridiscutere le proprie origini e la propria appartenenza culturale diventerà un’esigenza sempre più diffusa. Ciò che tentiamo in ogni modo di tenere distante da noi, ossia la diversità di pensiero, ci è venuta drammaticamente a sbattere addosso. Non possiamo più rimanere indifferenti a tutto ciò che nel mondo viene chiamato asetticamente “Flussi migratori”, ma che in pratica contiene migliaia di punti di vista diversi, migliaia di mentalità e migliaia di opinioni su questa realtà che ci abbraccia tutti e che a volte ci spaventa.Da quando andiamo al mercato al mattino e ci rendiamo conto che non capiamo più la signora di fianco a noi che parla un’altra lingua, o mentre ci troviamo all’ospedale per un controllo e il vicino di posto ha la pelle di un colore diverso da quello a cui siamo abituati, la vita di ognuno di noi ha radicalmente cambiato le proprie prospettive. Come potersi relazionare con chi la pensa diversamente da noi? Sembra essere una domanda tranello, ma in realtà è qualcosa che tutti noi sentiamo nel profondo. Al di là di facili populismi che vorrebbero un’integrazione totale o un totale rifiuto di tutti coloro che arrivano nel nostro territorio, dovremmo invece chiederci quanto siamo disposti a mettere in discussione delle nostre solide verità e di conseguenza quanto siamo pronti a confrontarci con ciò che non conosciamo per abitudine.
Il baratro che abbiamo di fronte a noi può riservarci molte sorprese e molti tranelli, sicuramente ci riserverà un nuovo modo di vivere e una nuova prospettiva che potrà aiutarci a migliorare una società che ha già da tempo cominciato a zoppicare su quasi tutti i suoi livelli.
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