
Oggi scriviamo di lui per compiacere un amico, che da tempo ormai ci chiede di dedicare un articolo al primo Presidente del Burkina Faso. Ma è bene parlare di lui in ogni caso, e anzi, dovremmo farlo ogni giorno per provare a cogliere un pò della sua energia e convinzione della possibilità di avere un mondo libero da ogni oppressione e fatto di uomini e donne integri e coscienziosi.
Thomas Sankhara nato a Yako in Alto Volta (stato africano ridefinito poi da lui stesso con il nome di Burkina Faso, “la terra degli uomini integri”) il 21 Dicembre del 1949 è stato un rivoluzionario, un militare, un politico, un leader per tutta l’Africa Occidentale Sub-sahariana. Fino a che non venne ucciso. Questo accadde il 15 ottobre del 1987 in un colpo di stato organizzato da Blaise Compaorè, attuale presidente del Burkina Faso e con l’appoggio e complicità di Francia e Stati Uniti.
Sankhara parlava di annullare il debito pubblico perché dominato dall’imperialismo, di includere le donne nella vita politica, di dichiarare guerra all’AIDS che era la più grande minaccia per l’Africa e di promuovere la contraccezione. Sankara fece edificare centri sanitari in ogni villaggio dello stato, fece costruire, nonostante i suoi enormi costi, la “ferrovia del Sahel” che collegava Ouagadougou con il Niger. Avanzò richieste azzardate all’ONU come quella di sospendere lo stato di Israele e di espellere il Sudafrica dalle Nazioni Unite, quando ancora deteneva in prigione Nelson Mandela.
Sebbene fosse un Presidente, viaggiava sempre in classi economiche e conduceva uno stile di vita molto modesto. Vendette le Mercedez e proclamò la Renault l’auto ufficiale dei Ministri.
Per conoscere meglio questo carismatico personaggio africano che dalla sua piccola Yako decise di sfidare i potenti del mondo, visita il sito www.thomassankara.net e guarda il documentario di Silvestro Montanaro “…e quel giorno uccisero la felicità”.