Continua la mobilitazione per riportare a casa le oltre 200 studentesse rapite dal gruppo estremista islamico di Boko haram nel nordest della Nigeria lo scorso aprile. In un video diffuso il 5 maggio Abubakar Shekau, leader del gruppo islamico, ha rivendicato il sequestro, dicendo che le studentesse rapite in Nigeria saranno “trattate come schiave” e “vendute al mercato”, e dicendo che “piuttosto che andare a scuola avrebbero dovuto essere regolarmente sposate”. Proprio in questi giorni la polizia nigeriana ha offerto una ricompensa di 300mila dollari per il ritrovamento delle ragazze.
Il sequestro delle ragazze dal liceo di Chibok, nel nord-est del Paese, ha provocato una crescente mobilitazione che ha portato in piazza alcune centinaia di persone nella capitale Abuja. E’ inoltre nato il movimento di protesta Bring back our girls, che ha ricevuto la solidarietà di associazioni, ong e di personalità della politica e della cultura, tra cui Malala Yousafzai, la studentessa pachistana diventata un simbolo del diritto all’istruzione delle donne.
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