
Dall’11 marzo sarà possibile richiedere il permesso di soggiorno Ue a tempo illimitato ai beneficiari di protezione internazionale.
È infatti stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 febbraio il nuovo Decreto legislativo con cui si estende ai beneficiari di protezione internazionale la possibilità di ottenere il Permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Le persone a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato o di protezione sussidiaria potranno richiedere il permesso Ue a tempo illimitato: esso consente di lavorare in tutta l’Unione Europea, secondo alcune condizioni più favorevoli rispetto agli altri cittadini stranieri.
Chi ne fa richiesta dovrà sempre dimostrare di essere regolarmente presente in Italia da almeno cinque anni (per il conteggio si considera la data di presentazione della domanda di protezione internazionale), di essere residente, di avere la disponibilità di un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale. Non sarà invece necessario superare il test di conoscenza di lingua italiana così come, nel caso il documento venga chiesto per un intero nucleo familiare, dimostrare di avere un alloggio idoneo.
Il decreto tiene conto delle particolari condizioni di vulnerabilità in cui può versare un beneficiario di protezione internazionale, facendo concorrere alla determinazione del reddito, per una misura massima del 10%, la disponibilità di un alloggio concesso a titolo gratuito da un ente assistenziale, pubblico o privato riconosciuto.
Sul permesso Ue rilasciato dovrà essere annotato che al titolare è stata riconosciuta la protezione internazionale in Italia, con relativa data di riconoscimento. La possibilità di espulsione rimane circoscritta a motivi legati all’ordine e sicurezza pubblica e alla sicurezza dello Stato, fermo restando il principio di non refoulement che vieta l’espulsione verso uno Stato in cui la persona può essere oggetto di persecuzione. Se espulso da un’altro Stato membro il cittadino straniero può essere riammesso in Italia.
Leggi il Decreto legislativo
Fonte: Integrazione Migranti (Portale a cura della Presidenza del Consiglio e del Ministero del Lavoro)
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