
“Per aiutare la nostra economia, non pensiamo solo a politiche per il ritorno dei “cervelli” italiani, ma anche a quelle per l’inserimento di tanti cervelli stranieri che possono aiutare il paese, sviluppando un’ecosistema innovativo che porterà lavoro ed un grande aiuto al PIL”.
Lo afferma un interessante articolo pubblicato sul magazine Wired che mette in luce come l’immigrazione possa essere una fonte di ricchezza ed innovazione quando si coniuga con la parola integrazione, e che di fatto lo sia già stata…basti pensare al caso eclatante della Silicon Valley.
Uno studio dell’università di Duke e di Berkeley dell’ottobre 2012 ha evidenziato che in America ben il 24% delle società innovative,in ambito tecnologico o ingegneristico, sono state fondate da uno o più immigrati. Gli esempi a cui si fa riferimento sono notevoli: Intel è stata fondata dall’ungherese Andy Grove, Yahoo è stata co-fondata dal taiwanese Jerry Yang (in foto), il fondatore di Tesla, e co-fondatore di Paypal, Elon Musk, è nato in Sud Africa e gli esempi di illustri migranti che hanno contribuito ad innovare il mercato mondiale non si esauriscono qui.
Se la Silicon Valley è diventata il posto preferito per immigrare per tutti gli imprenditori nel mondo tech, non possiamo credere che questo sia un caso: è molto probabile che la presenza di condizioni favorevoli per gli immigrati abbia influito positivamente sul loro successo e sulla possibilità concreta di emergere e di costruire come se fossero nativi del luogo.
FONTE: wired.it