
Minala ha 17 anni. In molti se lo ricorderanno; nel passato campionato di calcio italiano, infatti, è balzato agli onori della cronaca perchè sospettato di avere molti più anni rispetto a quanto dichiarato. Lui è un calciatore della Lazio Primavera, e qualche tempo fa era stato contattato in Camerun con la promessa di un provino al Milan. “Poi – racconta – la persona che, ovviamente a pagamento, mi accompagnava in Italia mi ha abbandonato alla stazione Termini. Per fortuna ho incontrato tanta gente che mi ha aiutato, ed oggi sono qui”.
La storia di Minala è uguale a quella di tanti altri, ragazzini africani col sogno di giocare in Europa ma che si ritrovano preda di sedicenti procuratori senza scrupoli pronti a tutto pur di guadagnare qualche soldo. Aiutati dalle norme internazionali che vietano i trasferimenti di minori, facilmente scavalcabili, i truffatori hanno raggirato migliaia di giovani africani.
D’altraparte è davvero facile portare a termine la truffa, soprattutto in Africa, dove il sogno di diventare un calciatore professionsta, trasferirsi in un Paese migliore e guadagnare cifre da capogiro fa gola non solo al diretto interessato ma anche alla famiglia, disposta a tutto pur di approfittare dell’occasione.
Si stima che in Europa ci siano duemila calciatori africani professionisti, ai quali però si affiancano i quattromila attirati nel Vecchio Continente ed abbandonati chissà dove; dato che deve essere necessariamente integrato dal numero rappresentato da coloro i quali non fanno parte delle statistiche ufficiali.
Il giro di affari è stratosferico, e diventa molto difficile riuscire ad arginare un fenomeno del genere: se si considera poi che solo lo 0,1% dei bambini che si affacciano nel mondo del pallone diventa professionista, è davvero elementare rendersi conto di quante storie di sfruttamento possano celarsi nei meandri oscuri del calcio.
FONTE: www.blogdetenis.it