
La Corte Europea per i diritti dell’uomo (Cedu) ha condannato di nuovo l’Italia per aver messo in atto respingimenti collettivi. Già gli anni passati l’Italia ha subito questo tipo di denuncia che viola l’articolo 3 della Convenzione sui diritti umani (trattamenti degradanti e tortura), l’articolo 4 del Protocollo 4 (interdizione di espulsioni collettive) e l’articolo 13 (impossibilità di ricorso).
Ma che cosa si intende per respingimenti collettivi? Si tratta di “respingimenti automatici attuati dalle autorità frontaliere italiane nei porti dell’Adriatico, di persone che sono il più delle volte consegnate immediatamente ai comandanti dei traghetti per essere ricondotte in Grecia, essendo in tal modo private di ogni diritto procedurale e materiale”. Le associazioni umanitarie e a favore dei diritti degli immigrati, come Terre des Hommes International Federation, Medici Senza Frontiere Italia e Asgi – Associazione Studi Giuridici Immigrazione le definiscono “modalità semplificate che privano i migranti dei più elementari diritti di difesa e di informazione, in quanto, al di là della stessa possibilità di formalizzare una richiesta di asilo”.
Per far si che queste procedure non vengano più messe in atto e i migranti possano liberamente godere della possibilità di fare richiesta di asilo politico, i presidenti delle associazioni sopra citate e il portavoce della Campagna LasciateCIEntrare segnalano un appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, al Ministro dell’Interno Angelino Alfano e all’Alto Commissario PESC della UE Federica Mogherini.
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Fonte: Cronache di Ordinario Razzismo