
Una delle principali cause dell’emigrazione dai paesi africani verso l’Europa è sicuramente la disoccupazione giovanile. Non si possono però sottovalutare le violazioni dei diritti umani che provocano una vera e propria emorragia di popolazione da paesi come l’Eritrea e l’Etiopia.
È la conclusione a cui sono giunti il viceministro degli esteri e della cooperazione internazionale italiano Lapo Pistelli, ed il ministro degli esteri etiopico, Dr. Tedros Adhanom, in seguito all’incontro avuto a New York, in occasione della 69ma assemblea generale dell’Onu.
In questa occasione Pistelli ha espresso la volontà da parte dell’Italia di continuare ad avere relazioni strategicamente importanti con l’Etiopia ed ha affermato l’importanza di indirizzare i finanziamenti per lo sviluppo alla creazione di opportunità lavorative soprattutto per i giovani.
La tragedia di Lampedusa ha significato un cambio di percezione del fenomeno da parte di una grossa fetta dell’opinione pubblica italiana e non solo, ma non è bastata a fermare quello che in molto oggi definiscolo il genocidio del Mediterraneo, dove nell’ultimo anno altre 3000 persone hanno perso la vita.
È certamente auspicabile una conferenza internazionale, già in agenda ad Addis Abeba nelle prossime settimane, che proponga nuove misure per affrontare il problema della stabilità economica, politica e sociale e che incentivi nuove prospettive di sviluppo e di uscita dalla crisi tanto dei paesi a Nord come quelli a Sud del Mediterraneo.