
Era il maggio del 2013 quando Roberto Saviano, giornalista e scrittore, lanciava da “L’Espresso” un appello affinchè il governo italiano adottasse il criterio dello ius soli e provvedesse a legiferare celermente in materia di cittadinanza per i giovani italiani nati nel nostro paese da cittadini stranieri. Da allora poco è cambiato. Solo tante parole, qualche sporadica iniziativa, poi di nuovo il silenzio.
Oggi Saviano ci riprova e dallo stesso spazio del settimanale “L’Espresso”, in occasione dell’anniversario della morte di Jerry Masslo, ucciso 25 anni dalla mafia, scrive: “Sarebbe stato necessario e giusto ricordare Masslo – uomo che sperava di trovare una nuova vita in Italia e che viveva riempiendo cassette di pomodori – potendo celebrare finalmente lo ius soli . Il diritto dei nati in Italia ad essere italiani.”
“L’Italia – continua – sta rinunciando a più di un milione di giovani nati in Italia, che parlano italiano, che studiano nelle scuole e università italiane che si curano negli ospedali italiani che lavorano in Italia ma che non hanno la cittadinanza. Vivono con il permesso di soggiorno e se non studiano e non lavorano diventano clandestini. Sono talenti per il Paese, se perdiamo questi cittadini, perdiamo un valore aggiunto morale ed economico.
“Questo governo deve concepire la priorità dei nuovi diritti, come unica strada per costruire un nuovo Paese. Non esiste altra scelta. Le celebrazioni, le dichiarazioni antirazziste, gli infiniti dibattiti inizieranno ad esser considerati credibili e autorevoli solo quando il primo passo dello ius soli si realizzerà. Primo passo per iniziare ad immaginarsi una democrazia salvata dagli immigrati. Nuove energie, nuove forze, nuove culture, nuove sinergie”.
Come recita una vecchia scritta apparsa su un muro: “Immigrati vi prego, non lasciateci soli con gli italiani”.
FONTE: espresso.repubblica.it