
Pare che presto questa domanda possa trovare una risposta. Il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, al termine del convegno sul diritto d’asilo organizzato lo scorso mercoledì 4 giugno, ha infatti parlato della possibilità di riconoscere la cittadinanza italiana ai figli di chi ha ottenuto protezione internazionale. Questo avverrebbe avvalendosi di una semplice circolare interpretativa che equiparerebbe i figli di rifugiati ai figli di apolidi, per i quali già vale il principio dello ius soli.
“Stiamo mettendo a punto una circolare interpretativa ormai quasi pronta e in emanazione a breve scadenza” ha anticipato Manzione, magistrato di area renziana che al Viminale ha le deleghe all’immigrazione. L’obiettivo è “riconoscere la cittadinanza italiana a coloro che sono figli di chi ha ottenuto la protezione internazionale”.
La legge 91 del 1992 dice infatti che è italiano per nascita, oltre a chi è figlio di un italiano, anche “chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono”.
Una misura significativa e che farà certamente discutere ma che, pare, riguarderà pochi beneficiari.
FONTE: stranieriinitalia.it