
Oggi, al rientro dalla pausa estiva, a Palazzo Madama si riparte dall’immigrazione: è infatti all’ordine del giorno il Disegno di legge europea 2013 bis, che tra le altre cose prevede un taglio drastico dei tempi massimi di permanenza nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE).
Cosa accade oggi nei CIE. Oggi un immigrato può arrivare a passare dietro le sbarre di un CIE fino a 18 mesi, 547 giorni, per essere stato trovato senza un permesso di soggiorno valido in tasca. Era il 2009, quando l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni decise di triplicare il tempo massimo di permanenza nei Cie. I risultati? Solo un trattenuto su due è stato rimpatriato nel suo paese, mentre i CIE, sempre più carichi di persone, hanno spesso creato situazioni disumane e violente, contro cui gli stessi reclusi hanno cercato più volte di reagire con rivolte, scioperi della fame e atti di autolesionismo, spesso appoggiati da numerose organizzazioni per i diritti umani.
Cosa cambierebbe con il nuovo ddl. Nel testo proposto all’Aula, si legge:”Il periodo massimo di trattenimento dello straniero all’interno del centro di identificazione e di espulsione non può essere superiore a novanta giorni”. Tre mesi quindi rispetto ai diciotto attuali. Un bel passo in avanti.
FONTE: stranieriinitalia.it