
Mentre in Europa, e in particolar modo in Italia, si continua a discutere sui mezzi e gli strumenti necessari per arginare e risolvere il problema dei migranti provenienti dall’Africa, anche il continente americano si trova in piena emergenza immigrazione, con una particolarità: la maggior parte di loro sono minori non accompagnati.
I dati parlano chiaro: la polizia di frontiera statunitense, al confine con il Messico, nel 2012 ha fermato e rispedito a casa 13 mila minori, che diventarono 24 mila nell’anno successivo e ben 52 mila nei primi mesi del 2014. Un dato piuttosto sconcertante, che ha spinto il Presidente Obama a richiedere al Congresso uno stanziamento di 2 miliardi di dollari per far fronte a questa nuova emergenza.
Le cause sono da ricercare con una chiave puramente economica secondo alcuni, e sull’aumento della violenza in alcuni paesi del Centroamerica secondo altri: Guatemala, El Salvador e Honduras, infatti, registrano anno dopo anno tassi di violenza inaudita. Quest’ultimo Stato, in particolare, è tristemente noto perchè la sua seconda città – San Pedro Lupe – conquista da tre anni consecutivi il recordo di città più violenta del mondo, annoverando 187 morti ogni 100 mila abitanti.
Qui, e in altri Paesi del Centroamerica, le violenze connesse al narcotraffico e alle bande giovanili sempre più agguerrite sono all’ordine del giorno e quindi la paura e il timore di essere coinvolti è una delle motivazioni principali che spinge i giovani alla fuga.
Josè Luis Rocha, esperto di immigrazione, sostiene che “alla base c’è la consapevolezza che in Guatemala, o in Honduras, la probabilità di prendersi una pallottola in testa (come è successo a molti amici dei ragazzi con cui ha avuto modo di parlare durante i suoi viaggi lungo le rotte migratorie, N.d.R.) è ben più alta di quella di trovare un lavoro”.
Nel 2013 il regista Diego Quemada-Dièz ha realizzato “La Gabbia Dorata”, un film-documentario proprio sul tragitto di 3 adolescenti guatemaltechi verso gli Stati Uniti, un lungo viaggio pieno di insidie per inseguire il sogno di un’altra vita, lontana dalla povertà e dalla violenza del loro paese d’origine. Un’opera prima riuscitissima e interessantissima nella sua drammaticità, di cui consigliamo la visione. Clicca qui per vedere il trailer.
fonte: Popoli