
L’articolo che non avrei mai voluto scrivere, non ora, non in questa fase del mondiale, purtroppo deve essere redatto.
L’Italia è fuori.
Amaramente, senza troppe scusanti, senza appellarsi a chissà quale giustificazione.
L’Italia è fuori, punto.
Potremmo accusare l’arbitro, dal cognome scomodo (Moreno, come il Byron di Corea 2002).
Potremmo puntare il dito contro la mancata espulsione di Suarez, centravanti dell’Uruguay, che ha letteralmente preso a morsi il nostro centrale difensivo Chiellini.
Potremmo, e questa è forse la svista più clamorosa di tutto il match, scandalizzarci per il rosso decisamente troppo severo ai danni di Marchisio che ci ha lasciato in dieci a trenta minuti dalla fine e, di fatto, ci ha condannato alla disfatta con quel colpo di testa di Godin sul finale di partita.
Ma sarebbe troppo, troppo comodo.
La verità è che l’Italia ha perso perchè non ha giocato la partita, perchè si è limitata a difendere, perchè ha proposto giocatori inadeguati e perchè (salvo rare eccezioni) nessuno ha mai messo l’anima e il cuore.
L’Italia ha perso quando NON è scesa in campo contro la Costa Rica, cullandosi sugli allori dopo la bella (ed è innegabile) prestazione contro l’Inghilterra.
L’Italia ha perso perchè ieri ha fatto 0 tiri in porta.
E questo è lo sport.
Se non giochi, se scendi in campo senza motivazioni, se scendi in campo senza combattere, la sconfitta è un’opzione che deve necessariamente essere calcolata.
Ed è esattamente quello che è accaduto.
Un peccato, per tutti: vuoi perchè i presupposti per fare bene c’erano eccome, alla vigilia.
Vuoi perchè il nostro girone dopo la vittoria nel match d’esordio era – sulla carta – decisamente in discesa.
Vuoi perchè con la finale raggiunta agli europei di due anni fa avevamo dimostrato al mondo che, in ogni caso, i nostri giocatori avrebbero potuto dire la loro.
Vuoi perchè agli ultimi mondiali, in Sudafrica 2010, eravamo usciti alla stessa maniera dopo le prime tre partite del girone e per questo tutti si aspettavano un riscatto, una rivincita.
Per tutti questi motivi la nostra nazionale avrebbe dovuto fare decisamente qualcosa di più.
E se Mick Jagger, in concerto a Roma con i suoi Stones, aveva profetizzato la vittoria finale della competizione, forte dei precedenti del 1982 e del 2006, con un Italia così c’era ben poco da sperare.