
Come vi sentireste se una delle persone più care con cui vivete – il vostro compagno, padre, figlio – venisse prelavato dalla polizia e rinchiuso in un centro d’espulsione, con il rischio di essere cacciato per sempre dall’Italia? Tutto questo senza che abbia commesso un reato, ma solo per non avere i documenti in regola.
Ce lo racconta “Limbo”, il film documentario realizzato dalla produzione Zalab, che è andato in onda in anteprima nazionale su RAI3 – DOC la scorsa settimana. Dunque un nuovo documentario sui CIE, questa volta analizzati da una prospettiva diversa, quella dei familiari, a cui vengono improvvisamente strappati i propri cari a causa dei provvedimenti di reclusione nei CIE.
Sono le storie di Alejandro, Bouchaib, Karim, e Peter, rinchiusi nei C.I.E. (Centri di Identificazione ed Espulsione) di Torino, Trapani e Roma, e delle loro famiglie, che vivono in un vero e proprio limbo, nell’attesa di sapere se i propri cari torneranno a casa o saranno mandati via dall’Italia.
Matteo Caloree e Gustav Hofer, registi del documentario, hanno lavorato per quasi un anno raccogliendo storie all’interno dei CIE. L’idea di è nata insieme ad Andrea Segre, che da anni produce documentari su questi temi, ed è stata accolta e sostenuta da due artisti a diverso titolo impegnati nella difesa dei diritti delle categorie più “fragili”, Erri De Luca e Valerio Mastandrea, diventati produttori associati (OhPen! Italiae Relief) del film.
FONTE: www.zalab.org
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