
Alcuni artisti siriani, rifugiati che vivono ormai dal 2013 nel campo giordano di Zaatari, hanno pensato che fosse un peccato lasciare nel dimenticatoio i danni anche culturali e storici che le guerre arrecano. Le loro doti artistiche hanno realizzato modelli di importanti monumenti del loro paese, come l’antica città di Palmira o la cittadella di Aleppo nella quale risiede uno dei castelli più grandi al mondo e patrimonio dell’Unesco dal 1989.
Attraverso la lavorazione di materiali trovati nel campo, quali pietre, polistirolo e legno non utilizzato, Mahmoud, Ismail e Ahmad fanno rivivere la ricca e lunga storia della Siria. Perchè l’arte non ha confini ne paure e il patrimonio storico e culturale distrutto dalal guerra è un altro colpo inflitto alla storia e alle persone.
Fonte: UNHCR