
Arriva da Terre Libere la campagna denominata #agrovirus che si occupa di salari dignitosi e filiera trasparente. Il fenomeno dello sfruttamento nelle campagne del meridione (ma non solo) d’Italia è ormai un sapere diffuso; il fatto che in Europa si stia parlando di boicottare i prodotti italiani, è forse meno noto.
Per questo l’associazione Terre Libere che dal 1999 produce informazione sul tema attraverso una casa editrice e una testata giornalistica online – ha lanciato una petizione, chiedendo alle 16 maggiori catene di ipermercati presenti sul suolo italiano di garantire che ogni prodotto presente sui loro scaffali non sia frutto di pratiche di schiavismo.
Al momento i firmatari sono circa 1500, ma la Coop è stata l’unica azienda a rispondere positivamente alla richiesta di apporre sui propri prodotti etichette dettagliate della provenienza e tipo di produzione.
La cosa importante è iniziare a capire che i ricavi derivati dallo sfruttamento non finiscono solo nelle tasche dei caporali e organizzazioni criminali, ma vengono distribuiti lungo tutta la catena produttiva e distributiva. Per cui nonostante spesso queste pratiche comportino un risparmio, tutti tra grossisti, catene e consumatori, dovrebbero evitare queste organizzazioni.
Per saperne di più sul fenomeno dello sfruttamento e sulle iniziative nate per disincentivarlo, leggi questi articoli: “No allo sfruttamento. Nasce il marchio qualita’ del lavoro” , “Lavorare alla luce del sole: stop allo sfruttamento” , “Migranti e sfruttamento: ecco cosa accade nella California d’Italia”.
Fonte: Terre Libere